La cicatrice dolorosa della vulva

L’episiotomia, le cicatrici vulvari, gli esiti della chirurgia vaginale possono essere dolorosi sia spontaneamente che durante il rapporto sessuale. La medicina rigenerativa e trattamenti mininvasivi possono aiutare e spesso essere risolutivi

Trattamenti non invasivi (botulino, laser a co2,carbossiterapia)

Indicazione

dolore vulvare

Tecnica chirurgica

botulino, laser a co2,carbossiterapia

Procedura

20 minuti

Complicanze

rare

Dolore post operatorio

no

Recupero

immediato

Trattamenti mininvasivi

Indicazione

dolore vulvare

Tecnica

Prp/acido jaluronico

Procedura

20 minuti

dolore

no

complicanze

rare

Recupero

immediato

Femifill® vulvare cicatrice dolorosa

Indicazione

cicatrice dolorosa e retraente

Tecnica chirurgica

prelievo di tessuto adiposo, trattamento opportuno del medesimo, impianto multistrato di preparati adiposi diversi + laser co2 vulvare

Procedura

60 /90 minuti

Complicanze

rare (infezioni, ematomi)

Dolore post operatorio

scarso se si utilizzano comuni antidolorifici

Recupero

2/4 settimane

Le cicatrici vulvovaginali possono essere causate da procedure chirurgiche, eventi traumatici come il parto o rapporti sessuali violenti. Esistono cicatrici esterne e interne. Esterna significa che sulla cute della vulva o sulla mucosa della vagina sono ravvisabili cicatrici. Talvolta il processo cicatriziale è solo interno quando cute e mucosa ammortizzano il trauma meglio che i tessuti profondi. Questo avviene classicamente nel parto quando anche in presenza di tessuti di superficie integri si possono ravvisare cicatrici muscolari e ai piani fasciali. Alcune cicatrici sono silenti, altre invece generano problemi funzionali come dolore e scarsa elasticità dei tessuti.

L'esito doloroso della episiotomia

L’episiotomia è quella procedura che viene effettuata durante il parto al fine di evitare la lacerazione traumatica delle pareti vulvari. L’Istituto Superiore di Sanità indica che l’incisione di episiotomia sia effettuata nel 58% dei parti per via naturale. L’episiotomia consiste in un’incisione cutanea che si approfonda per circa un 2 cm lateralmente alla vulva (incisione paramediana) o più raramente centralmente (incisione mediana). A parto avvenuto l’incisione viene suturata. Il processo di guarigione può portare a una cicatrice dura e dolente che ingloba fini terminazioni nervose del nervo pudendo e risultare una cicatrice dolorosa. Talvolta non è possibile suturare i muscoli incisi o lacerati e in questo caso l’esito è una perdita di sostanza parziale della parete vulvare che talvolta superficializza filamenti nervosi del nervo pudendo. Il trattamento degli esiti dolorosi di episiotomia passa dalla comprensione dell’anatomia sovvertita. La revisione della cicatrice ovvero la sua asportazione e risutura del tessuto è una strategia spesso perdente. Sostituire una cicatrice con una nuova cicatrice quasi mai genera un buon risultato. La procedura che adottiamo con successo da anni nella maggior parte dei casi consiste nell’impianto di piccole quantità di tessuto adiposo mediante un particolare ago in grado di sezionare la cicatrice in microframmenti e ammorbidirla con l’impianto del tessuto adiposo. Le fibre intrappolate si liberano e non risultano più costrette. Il dolore tensivo si riduce e spesso un solo trattamento è in grado di emendare la problematica. In alcuni casi in cui l’episiotomia sia stata verticale alla vulva e non obliqua i tessuti possono essere così sottili da ulcerarsi periodicamente nel corso del rapporto sessuale. In questi casi se l’impianto di tessuto adiposo non si rivela sufficiente allora si ricorre alla giustapposizione di un piccolo lembo, ovvero trasposizione di tessuto, che agisce da toppa e cuscinetto.

L'esito doloroso dell' isterectomia per via vaginale

La procedura di isterectomia per via vaginale è quella maggiormente utilizzata per l’asportazione dell’utero. In alcuni casi la ricostruzione della cupola vaginale determina dolori significativi spontanei o esacerbati alla penetrazione. La ragione è dovuta alle suture della vagina su dei tessuti profondi e ricchi di terminazioni nervose. Anche in questo caso il trattamento che proponiamo è scarsamente invasivo e si poggia sui medesimi concetti enunciati per il trattamento dell’episiotomia. La procedura prevede l’identificazione dei punti di tensione quasi sempre identificabili come puntiformi e bilaterali e l’impianto di piccolissima quantità di tessuto adiposo iniettato sotto via ecografica. Il rilascio della cicatrice porta nella maggior parte dei casi a beneficio

La perineoplastica e la sua cicatrice

La perineoplastica è quella procedura atta a restringere il perineo e la porzione inferiore della vulva. In alcuni casi alla perineoplastica si abbina la rettopessi ovvero il restringimento della fascia che riveste il retto, in altri casi ancora si abbina la plicatura della parete anteriore della vagina. La perineoplastica quando è effettuata in modo tale da ricongiungere i due capi del muscolo trasverso ovvero quel muscolo che post partum si distanzia dalla linea mediana può determinare trazione sul nervo pudendo e causarne irritazione e dolore. Il lipofilling, ovvero impianto di modeste quantità di tessuto adiposo, aiuta a ridurre il dolore nevralgico per detensione della cicatrice ed azione antiinfiammatoria del tessuto adiposo.

La cicatrice dolorosa negli interventi di chirurgia estetica

Anche gli interventi di chirurgia estetica possono causare processi di cicatrizzazione anomala o per errata pianificazione o esecuzione della procedura o per il sopraggiungere di una complicanza o per la tendenza individuale a generare una cicatrice patologica. La riduzione delle piccole labbra dovrebbe essere massimamente rispettosa dell’asse neurovascolare evitando di ridurre per quanto possibile la cresta labiale. La cicatrice sulla cresta labiale può talvolta essere fastidiosa perchè può intrappolare le fini terminazioni nervose ivi presenti. Anche la riduzione del prepuzio clitorideo può generare cicatrici dolorose soprattutto se le linee di incisione sono rettilinee e non a zeta. L’esecuzione di cicatrici non rettilinee ma a zeta multipla è uno dei segreti del chirurgo plastico per ottenere cicatrici le più morbide e distensibili possibile.

Il primo pensiero: via il subito

Le cicatrici spesso generano dolore. La filosofia del trattamento deve prevedere come prima azione tempestiva quella di eliminarlo attraverso la somministrazione di farmaci idonei al trattamento del dolore e dell’infiammazione.

La rigenerazione e la cicatrice

Le cicatrici possono essere trattate con successo mediante l’impianto accorto di popolazioni cellulari derivanti dal tessuto adiposo. Queste possono essere impiantate con una microcannula o con un ago molto sottile atto nel contempo a interrompere la ganglia cicatriziale ed ammorbidire i tessuti. Il lipofilling delle cicatrici e la lisi percutanea delle medesime è una procedura nota in chirurgia plastica da oltre 20 anni e funziona molto bene anche per le cicatrici vulvovaginali. Il tessuto adiposo contiene cellule in grado di indurre un processo di rigenerazione e riparazione. Inoltre le cellule di dimensioni maggiori (adipociti adulti) agiscono fungendo da cuscinetto e distanziando le fini fibre nervose che imbrigliate nei tessuti possono causare dolore.

Quando la chirurgia maggiore

Talvolta è necessario rimuovere completamente il tessuto cicatriziale e sostituirlo con tessuto sano. Quasi sempre la rimozione di una cicatrice e la sutura diretta dei nuovi margini genera una cicatrice ancor peggiore a causa della tensione che si viene a generare sui tessuti medesimi. E’ allora preferibile ricorrere all’utilizzo di lembi peduncolati che apportano tessuto sano e molto ben vascolarizzato.

La riabilitazione

La riabilitazione dopo trattamento di una cicatrice è fondamentale per guidare al meglio il processo di cicatrizzazione. Anche la cicatrice meglio eseguita svilupperà una sua tendenza alla retrazione che dev’essere contrastata nei primi mesi per quanto possibile. Talvolta è sufficiente il massaggio domiciliare della cicatrice. Talvolta è utile ricorrere a massaggi guidati come quelli dell’Endermologie. Quando una cicatrice è posta all’interno delle pareti vulvari o vaginali si rivela utilissimo il ricorso all’uso di coni e intrusi. Sempre consigliati da una riabilitatrice del pavimento pelvico.

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