La chirurgia dell’adeguamento maschio-femmina

La femminilizzazione è oggi anche chirurgia del dettaglio.
Creare piccole labbra, il clitoride, una vagina morbida è obiettivo della moderna chirurgia dell’adeguamento

Trattamenti mini invasivi

Trattamento

Creazione di grandi, piccole labbra e clitoride con acido ialuronico

Procedura

30 minuti

Dolore post operatorio

no

Complicanze

no

Recupero

immediato

Grandi labbra di scarso volume

Trattamento

Femifill®

Procedura

40 minuti

dolore

scarso 

complicanze

rare

recupero

4/12 giorni

Creazione di piccole labbra

Trattamento

labiogenesi

Procedura

60 /90 minuti

Dolore post operatorio

si ma ben controllabile

Complicanze

rare (infezioni, ritardi di guarigione

Recupero

30 giorni

Canale vulvare/vaginale stretto

Trattamento

Femifill®

Procedura

60/90 minuti

Dolore post operatorio

si ma ben controllabile

complicanze

rare (infezioni, ritardi di guarigione)

recupero

30 giorni

Sollevamento del pube

Indicazione

pube molle

Tecnica chirurgica

puboplastica +/- addominoplastica Laser assistita

Procedura

60/180 min , sedazione o anestesia generale, day hospital o ricovero

Complicanze

rare (infezioni, ritardi di guarigione)

Dolore post operatorio

scarso se si utilizzano farmaci antidolorifici comuni

Recupero

4 settimane

La moderna chirurgia della transessualità che porta all’adeguamento di genere da maschio femmina porta a conseguire risultati oggi sorprendenti ottenendo risultati funzionalmente e morfologicamente una volta impensabili. Il canale vaginale ricostruito è spesso di lunghezza ed ampiezza sufficiente per poter avere rapporti sessuali soddisfacenti, il rispetto dell’innervazione dell’asta peniena opportunamente preservata dove necessario garantisce sensibilità alla zona e orgasmo. Al fine di conseguire una nuova vulva il più possibile simile a quella femminile si ricorre al modellamento nella borsa scrotale al fine di ottenere piccole labbra, prepuzio clitorideo, Grandi labbra E un’adeguata copertura della porzione preservata di grande che viene modellata a foggia di clitoride. Il modellamento delle grandi labbra si ottiene per impianto di tessuto adiposo che va a mimarne le borse adipose.

Riduzione non chirurgica delle piccole labbra

La riduzione non chirurgica delle piccole labbra che presentai per la prima volta nel 2012 al Congresso della Società Francese di Chirurgia Plastica (Optical Non Surgical Labial Reduction) consiste nell’aumento delle grandi labbra tanto da determinare una riduzione ottica della protrusione delle piccole. La tecnica è ideale nei casi di piccole labbra modestamente ipertrofiche e grandi labbra particolarmente svuotate. Il grande vantaggio è che non vi è incisione delle piccole labbra. L’evoluzione della metodica ha portato a migliorare la tecnica tanto da arrivare all’appiattimento del piccolo labbro mediante impianto di tessuto adiposo nella base del piccolo labbro medesimo.

Labioplastica secondaria: risultati da correggere

Non tutte le ciambelle escono col buco. In alcuni casi una complicanza inattesa o una procedura mal progettata o mal eseguita può determinare l’insorgenza di un risultato non favorevole. Le complicanze possono essere date da un problema di 1) dimensione, 2) forma, 3) colore, 4) sensibilità. 1) Problematiche di dimensione. Il piccolo labbro può essere stato troppo poco ridotto o eccessivamente ridotto. La correzione del labbro troppo poco ridotto è infinitamente più semplice della correzione di un labbro amputato. La riduzione secondaria, sebbene più difficile della riduzione primaria, tuttavia porta a ottimi risultati. La correzione di un piccolo labbro eccessivamente ridotto è molto più complessa e si poggia sull’utilizzo dei residui labiali e prepuziali. Ottimi risultati si ottengono mediante la ricostruzione totale di piccolo labbro mediante tecnica associata di lembo e innesto. Purtroppo detta tecnica oltre a essere complessa è gravata da un lungo periodo postoperatorio tuttavia è in grado di ridare un volume e una forma anche sostanziosi a delle piccole labbra amputate. In alcuni casi l’aumento dei residui labiali con acido ialuronico porta a buon risultato mitigando la gravità dell’escissione. 2) Difetti di forma. I difetti di forma sono in genere attribuibili a escissione delle piccole labbra senza considerare l’armonia della vulva, per esempio la riduzione delle piccole labbra in assenza che non considera la continuità con il prepuzio clitorideo porta quasi sempre all’esaltazione del volume del clitoride medesimo con comparsa di una falsa ipertrofia. La correzione secondaria consiste nell’armonizzare i vari elementi vulvari con correzioni spesso minime che portano però ad un risultato ampiamente soddisfacente. 3) Difetti di colorazione. La natura dona quasi sempre uniformità di colore, anche nei casi di ipercromia questa è armonica. Per esempio coinvolge il piccolo labbro dal basso verso l’alto per uno spessore ben preciso e si interrompe in un modo altrettanto uniforme. Alcune procedure di riduzione delle piccole labbra soprattutto escissioni a cuneo in carnagioni olivastre possono portare a innaturali e violenti accostamenti cromatici. Ogni caso deve essere valutato nel suo dettaglio e complessità al fine di trovare la correzione più idonea atta a depigmentare o spostare la pigmentazione. 4) Difetti di sensibilità. Può accadere che a seguito di un intervento di labioplastica si abbia una riduzione di sensibilità o un’alterazione della medesima. Questo può succedere se non è stato rispettato il fascio vasculonervoso o è intervenuto un processo cicatriziale anomalo che ha determinato l’intrappolamento delle strutture nervose. Il massaggio e il tempo aiutano a mitigare la condizione di disagio. Spesso si rivela estremamente utile l’utilizzo di tessuto adiposo (lipofilling) in quanto in grado di apportare cellularità rigenerativa sui tessuti danneggiati e intercorsi tra le fibre nervose intrappolate e una cute spesso sottile.

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